martedì 30 agosto 2011

Il fascino discreto del carro armato

Di questa Italia...Non il mare i musei o i monti
Non la cucina il clima e l'arte (lasciata da altri...)

Nelle piazze d'Italia
Il carro armato semmai, battente bandiera dell'ONU 




martedì 23 agosto 2011

Outing

Froci, negri, comunisti (senza tessera) rivoluzionari e pacifisti non mi danno fastidio, è sana e legittima diversità umana.
Non sopporto i terroni. 
Non i meridionali, i terroni.


mercoledì 29 giugno 2011

Legittimità

Vi sono situazioni e momenti della vita nei quali la stagione venatoria dovrebbe essere estesa e incoraggiata.
Per esempio, stanotte alle 3 se avessi avuto un fucile da caccia per i rinoceronti mi sarei appoggiato alla ringhiera del balcone e con misurata precisione tra una debole folata di vento e una goccia di sudore che colava sulla schiena, avrei messo a tacere per sempre quel branco di tamarri che abbaiavano e ragliavano nei giardinetti di fronte casa, oppure i motominkia che lanciavano la loro fottuta motocicletta sul corso.
Un colpo preciso sulla nuca e poi il crash.
Abbattere il tamarro rumoroso è legittimo.
Diffondi il messaggio, liberiamo l’Italia.

venerdì 17 dicembre 2010

Manifesto del disgusto istituzionale

In tedesco si dice Ekel, in francese Dègoût che lette così sembrano il nome di un formaggio e di una specialità raffinata. In italiano si traducono entrambe in “Disgusto” e quando lo si pronuncia ci si riempie la bocca e la si muove come un senso di negazione, soprattutto se la si pronuncia lentamente. Come avere la merda in bocca o un cibo marcio o la vista di una persona sbranata da un leone. O sputi o chiudi gli occhi, ma per un po’ quella sensazione rifiutata ti resta nella testa e nella bocca, è l’idea stessa che si nega.
Ci sono diverse cose che mi disgustano, magari un giorno scriverò un elenco, mi riprenderò e posterò il video sul blog.
Tra i primi posti c’è la classe politica che rappresenta il nostro paese, o il vostro se preferite, il concetto di nazione mi sta stretto quasi mi disgusta, soprattutto se inteso e corredato da atteggiamenti autocelebrativi delle forze armate, della squadra di calcio azzurra e/o fascistoidi. Non mi piace riconoscermi in una Stato ingiusto, incivile, arrivista, egoista, maschilista e corrotto nel midollo.
Mi disgusta essere preso per il culo, mi fa incazzare essere considerato una sorta di burattino che non sa ragionare, che non sa discernere e quindi scegliere. Mi disgustano gli opinionisti televisivi politici, mi disgustano i giornalisti che si arrogano il diritto di rappresentare una quota di italiani, mi disgustano i giornalisti faziosi al soldo dei padroni, squallidi e biechi personaggi che si fanno forti del potere che viene loro conferito con la nomina di “Primo Lacché”.
Negli ultimi tempi nello scatolone mediatico ad ogni ora e ogni canale è un susseguirsi di insulti, provocazioni, ingiurie e passerelle di quei lacché chiamati ad occupare con le loro bandiere di carta stampata la curva di appartenenza. Lo chiamano contraddittorio, in realtà è solo un altro modo di riprendere e chiamare altre trasmissioni becere costellate di gentaglia volgare che si sputa addosso accuse e insulti variegati. Fare politica in Italia è come andare allo stadio senza sportività, è come assistere alla lotta tra gladiatori e schiavi, ma gli schiavi sono il popolo che combatte con le spade di cartone.
Mi disgustano i cittadini che leggono e ripetono a memoria quello che leggono nei loro giornali sputtanatamente di parte, mi ricordano alcuni compagni di classe che imparavamo a memoria le reazioni chimiche, del resto la cultura generale di quei parassiti è poco cosa.
Mi disgustano quei politici che non si vergognano di quello che dicono e fanno perché comunque il menefreghismo immune è il loro giuramento e in ogni caso il loro lauto stipendio e pensione d’oro le avranno perché cane non mangia cane e chi si illude in una classe politica diversa e giusta è un povero illuso. In questo paese corrotto e affetto da clientelismo compulsivo cambierà qualcosa solo dopo una guerra atomica.
Mi disgusta il politically correct a tutti i costi, non sono un discepolo di Gandhi e all’arroganza ottusità persecuzione e menefreghismo è sacrosanto ribellarsi non solo con le parole. Il dialogo innanzitutto, ma se non porta nessun risultato fruibile è costituzionalmente giusto incazzarsi, la rabbia mica la si può sfogare solo in palestra o facendo ohm…
Mi disgustano tutte le caste e gli olimpi che succhiano il sangue e il cervello della “plebe” e mi disgusta chi ha scelto come lavoro la protezione dei persecutori, i vampiri esistono e non hanno necessariamente i canini aguzzi e il morale triste.
Un mondo diviso e mal integrato tra le generazioni, socialmente differenziato nelle bandiere colori e sensi di appartenenza porta allo scontro, ognuno porta le sue ragioni e l’acqua al suo mulino, non si nasce saggi e spesso non si raggiunge la saggezza. Se indossi una divisa istituzionale o non, indossi un ruolo e te ne assumi gli oneri (gli onori all’olimpo), in strada quando la rabbia prende la mascella e il cuore pompa l’adrenalina non c’è spazio per la mediazione o meditazione, prendono il sopravvento le proprie ragioni e ognuno si arrocca nelle proprie posizioni di difesa. All’uomo giustamente arrabbiato – e provocato - piace lo scontro, è un modo di essere, di vivere e agire.
E’ un vero peccato che tra perseguitati e persecutori ci sia sempre qualcuno pagato - male – per proteggere i secondi. Il popolo va trattato bene, ma non con i reality show e le partite di calcio tutti i giorni,  ma con  il rispetto per la sua dignità, con il diritto all’educazione scolastica di qualsiasi livello, alle cure sanitarie e così via. Se l’olimpo opprime e tira la corda, questa prima o poi si spezza.
Se si vuole pace e dialogo, allora che l'olimpo dialoghi e restituisca il sangue,  non ci saranno piazze ribollire di rabbia. 
Luridi figli di troia.

venerdì 26 novembre 2010

Di necessità virtù

Non che non consideri gli aspetti emoticopsicoumanitari di una donna che batte il marciapiede, anzi, ma se penso alle temperature della madonna della stagione invernale, io al posto loro all’indomani di una nottata trascorsa tra la brina e la tramontana coperto come fossi in spiaggia cadrei in coma irreversibile.
Le/si riempiranno di vodka, iniezioni di vitamine e kriptonite?
La paura delle botte o la puzza dei soldi fa passare il freddo?